L’ARMADIO (Marino Moretti)

Ingombrante l’armadio in una stanza.
E i viluppi cadenti d’ogni gruccia
sono la nostra buccia
più che la nostra verosimiglianza.
Così mi sembra lugubre l’armadio.

L’apro come per scegliervi un vestito,
ma ciò m’è proibito
se a vestir bene occorre pompa e gaudio.
E ci sarà qualcuno, non un servo,
che domani mi vesta e che mi spogli?
E se i miei panni non son più che spogli
che lì dentro conservo?
Pochi vestiti ha questo squallido ganimede,
cui basta il vecchio e logoro che indossa.

Armadio che sai l’area della fossa
vesti presto un erede,
presto, figliolo, presto,
se pur si troverà qualcuno ch’abbia,
la mia taglia e con essa la mia fede,
il mio bene, il mio male e la mia rabbia.

(Da “L’ultima estate”, Milano, Mondadori, 1969)
Marino Moretti nella sua casa (ca.1920-1930)

Marino Moretti nella sua casa (ca.1920-1930)

Questa voce è stata pubblicata il 21 aprile 2013 alle 3:19 PM. È archiviata in Naviganti con tag , , , , , , , . Aggiungi il permalink ai segnalibri. Segui tutti i commenti qui con il feed RSS di questo articolo.

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